Ubi Banca ha annunciato un'offerta vincolante per tre delle good bank nate dal piano di risoluzione di fine 2015, Banca Marche, Etruria e Carichieti, al prezzo simbolico di un euro. L'offerta inviata al Fondo di Risoluzione è valida fino al 18 gennaio.
Dopo che le trattative si portavano avanti da settembre, il gruppo guidato da Victor Massiah ha messo sul piatto una proposta con una serie di paletti e condizioni che rispecchiano la volontà della banca di non voler operare un salvataggio, ma anzi creare valore. In sostanza, l'offerta prevede, tra le principali condizioni sospensive la cessione, prima del closing previsto entro il primo semestre, di circa 2,2 miliardi di crediti lordi deteriorati (circa 1,7 miliardi di sofferenze e 500 milioni di 'unlikley to pay') dei tre istituti, i quali dovranno quindi essere ricapitalizzati dal Fondo per 450 milioni per riportare il CET medio a un livello non inferiore al 9,1%.
Atlante, dunque, con 200 milioni attiverà la cartolarizzazione dei crediti deteriorati a un prezzo vicino al 30% del valore nominale, mentre il Fondo di risoluzione, che con circa mezzo miliardo, coprirà il badwill (ossia la differenza tra il prezzo di un euro e il patrimonio netto positivo, espresso al fair value) e sterilizzerà il contenzioso.
UBI Banca è stata assistita da Pedersoli Studio Legale con un team guidato da Carlo Pedersoli (nella foto) e composto dall’equity partner Andrea Gandini, dal partner Csaba Davide Jákó, dalle counsel Elena Marinucci e Valentina Canepa, dai senior associate Alessandra Fotticchia, Luca Rossi Provesi e Giulio Sandrelli e, per i profili Antitrust, dall’equity partner Davide Cacchioli.
Mentre Chiomenti ha assisito Banca d'Italia, con un team formai da Filippo Modulo e Alessandro Portolano, con i partner Filippo Cecchetti (Corporate M&A), Gregorio Consoli (Finanza), Francesco Scanzano (Public Affairs), coadiuvati da Eleonora Laurito, Maria Vittoria Marchiolo, Benedetto La Russa, Alfredo Vitale.