Un comparto in cerca di spazi. L’avvocatura d’affari prova a smarcarsi dall’immobilismo del mercato e gioca una partita inedita.
Oggi la domanda che gli studi legali si pongono non è più “come” si cresce, ma “dove” si cresce. Allargando ulteriormente il focus delle strategie messe in atto negli ultimi anni e che, dopo il passaggio dalle aree di pratica alle industry, ora si amplia fino a inglobare veri e propri obiettivi geografici.
Il tema del raggio d’azione di uno studio, inteso proprio in senso fisico, si sta rivelando molto più essenziale di quanto non lo sia stato fino a questo momento. In passato, infatti, l’espansione territoriale o addirittura all’estero degli studi legali italiani somigliava e si sovrapponeva a politiche di immagine tese a rafforzare la reputazione di un’associazione come player nazionale o addirittura internazionale.
Rispetto alla stagione delle “bandierine” oggi ci troviamo a vivere una fase in cui l’espansione territoriale degli studi legali italiani è considerata una concreta opportunità per incrementare il giro d’affari dell’organizzazione andando a rispondere a sacche di domanda che al momento non viene soddisfatta dall’offerta presente.
L’esistenza di un’opportunità è chiara ed evidente. Parlano i dati. Mediamente, il 75% del fatturato degli studi legali italiani è originato a livello locale. Solo l’11% a livello nazionale e appena il 2,3% a livello internazionale (si veda il numero 55 di MAG). L’intuizione che sta attraversando la parte più dinamica dell’avvocatura nazionale è che nessuno di questi ambiti geografici possa essere considerato saturo così com’è e che in ciascuno di questi ambiti gli studi legali possono giocare un ruolo diverso da quello degli operatori già presenti e così facendo sollecitare una domanda di servizi e assistenza che fino a questo momento è rimasta sopita, inespressa o talvolta delusa.
La cosa più rilevante è proprio questa. Il trend che abbiamo intercettato (e che viene ben rappresentato dai tre articoli che seguono) non si concentra su un’unica direttrice. Ma vede gli studi del territorio, ovvero con storia e radici ben piantate al di fuori di Milano cuore pulsante dell’avvocatura d’affari italiana, affacciarsi, investire e crescere nel capoluogo lombardo. E poi gli studi milanesi e romani lavorare alla costruzione di un modello nuovo di law firm diffusa attivando sinergie con gli operatori locali. Per non parlare delle realtà che aprono sedi all’estero: da Londra, ormai divenuta una base operativa imprescindibile per chiunque operi nel mercato della consulenza legale d’affari, fino a mete più esotiche come Teheran o Maputo.
VERSO MILANO
Solo a titolo d’esempio e senza la pretesa, in questa sede, di essere esaustivi, possiamo ricordare tra le operazioni più recenti ascrivibili al primo fenomeno, l’investimento nella sede milanese appena realizzato dallo studio bustocco Albè e Associati (CLICCA QUI E LEGGI L'ARTICOLO SU MAG). Ma anche l’apertura a Milano di Poggi & Associati, studio di commercialisti bolognesi che nel capoluogo lombardo ha deciso di investire soprattutto nell’area legale affidando la guida della sede a Monica Montironi, ex Nctm. Altri commercialisti che stanno rafforzando la loro presenza e visibilità a Milano sono i professionisti dello studio Agfm di Parma. Mentre, tra gli avvocati, abbiamo registrato di recente il rafforzamento della sede di Milano dei torinesi di Tosetto Weigmann, con l’ingresso di Fabio Alberto Regoli e la crescita delle insegne baresi come Polis avvocati e Loconte & Partners che ha da poco messo a segno il lateral hire di Luca Giancola da BonelliErede.
SUL TERRITORIO
Ma sono numerosi anche gli studi nazionali che stanno puntando sul territorio. Finora, l’operazione era riuscita, tra i pochi altri, a LS Lexjus Sinacta e a Gianni Origoni Grippo Cappelli che, oggi, conta oltre alle sue sedi di Milano e Roma, una presenza consolidata e proficua anche a Bologna, dove operano i soci Pietro Buccarelli e Federico Dettori; a Padova dove, tra gli altri ci sono Paolo Brugnera, Paolo Gnignati e Marco Malipiero; e a Tornio dove conta sulla presenza di professionisti com Luca Jeantet, Moreno Martini e Luca Mastromatteo. Sempre a Torino è stata realizzata una delle operazioni più riuscite degli ultimi anni da parte di uno studio legale milanese: ci riferiamo all’integrazione tra Pedersoli e un gruppo di ex Grande Stevens tra cui spiccano i nomi di Andrea Gandini, Carlo Re, Eugenio Barcellona e Mario Napoli. Per venire a tempi più recenti, sono senz’altro da segnalare le aperture di LabLaw a Napoli e Bari (CLICCA QUI E LEGGI L'ARTICOLO SU MAG) e l’apertura a Verona di Legalitax che ha investito su un team di 16 professionisti tra cui i soci Maurizio Cimenti, Roberto Limitone ed Eugenio Salvi.
DALLA CITY ALL’AFRICA
Il trend più intenso, però, in questo momento è ancora quello degli investimenti all’estero. Londra la fa da padrona. L’ultimo arrivo (come raccontiamo in esclusiva su MAG CLICCA QUI E LEGGI L'ARTICOLO) è quello dello studio Lms guidato da Fabio Labruna. Ma nei mesi scorsi abbiamo registrato e dato notizia delle aperture di Gattai Minoli Agostinelli e Legance nonché degli investimento di Grimaldi e BonelliErede che ha affidato la propria sede nella City a Massimiliano Danusso. Non mancano, poi, iniziative più esotiche. L’Iran, meta gettonatissima soprattutto tra le boutique, ha visto arrivare da pochi gli studi GN Lex, Martelli e Vbl. Ma l’operazione più avanguardistica, messa a segno finora nell’ultimo anno è quella di Gitti Raynaud che si è dotatao di una base operativa a Maputo, in Monzambico dove è presente con l’of counsel Laurindo Saraiva. Mete inconsuete anche per Pavia e Ansaldo che è sbarcato a Barcellona e Negri Clementi che ha aperto a Praga. Mentre Tonucci & Partners prosegue nel consolidamento del suo posizionamento nell’est Europa e in particolare nei Balcani con l’apertura di una sede in Serbia.