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Studi legali: non esistono istituzioni senza storia

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di nicola di molfetta

Sono anni che sul mercato legale si discute di cosa possa contribuire effettivamente a differenziare uno studio dal resto dei (sempre più numerosi) concorrenti. Anni in cui l’attenzione e gli sforzi di gran parte dei principali player del settore si sono concentrati nel migliorare l’offerta, le competenze e le specializzazioni. Si è lavorato sull’immagine. Si è cominciato a parlare di brand. Tutto giusto. Tutto necessario. Ma quasi nessuno si è ricordato di investire anche sul fattore più caratterizzante che può contraddistinguere un’organizzazione complessa e articolata: la sua storia.

Chi c’è dietro quel brand? Chi sono stati i fautori di quell’associazione professionale? Quali sono stati i capitoli principali nelle vicende che negli anni hanno segnato il cammino di quel gruppo di professionisti? Raramente queste domande ricevono risposta nei siti internet o nelle brochure ufficiali degli studi legali italiani. La storia dell’associazione, nei migliori dei casi, si riduce a poche righe di testo in cui viene indicato un anno di fondazione e il nome del capostipite di quella specifica “dinastia” forense. Poi, normalmente, si compie un salto nel tempo in cui si passa alla descrizione qualitativa della struttura con elenchi sempre uguali di aggettivi che azzerano la profondità dell’esperienza professionale collettiva, la riducono a un eterno presente che sembra identico per tutti.

Eppure sono anni che tanti studi legali, tra le principali realtà del Paese, parlano di sé come istituzione. O dichiarano pubblicamente l’intento di arrivare a esserlo. Ma un’istituzione senza storia non si è mai vista.

Cosa c’è dietro questa strana forma di pudore o riservatezza? Perché gli studi legali non vogliono rivelare ai loro stake holder (che non sono solo i clienti, ma anche i collaboratori, i dipendenti, i fornitori ecc.) chi sono e dove affondano le proprie radici?

Non è facile rispondere. Certo, la storia di ogni studio, come la storia di ogni istituzione economica, industriale o finanziaria, è passata per momenti positivi e negativi. Successi e crisi. Vittorie e sconfitte. E conoscendo un po’ il modo di pensare degli avvocati, in tanti amerebbero raccontare solo una metà (facile indovinare quale) della loro vicenda. Comprensibile. Del resto, in uno spazio limitato e destinato alla descrizione dell’identità di uno studio legale, non sarebbe nemmeno il caso di profondersi in dettagli o di andare a esplorare a fondo ogni tappa del proprio percorso. Ma tra questo e il limitarsi a dire solo che “lo studio è nato nel 19XX e da allora fa della qualità e dell’attenzione ai clienti i suoi valori fondamentali”, ce ne passa.

Il rigetto (o la paura) della storia si riflette, di frequente, anche nei profili dei singoli professionisti. Le informazioni ufficiali su ciascun avvocato non sempre raccontano nel dettaglio il suo curriculum. Anche qui, molto spesso, si parla dell’avvocato raccontando (giustamente) le sue competenze con taglio necessariamente generico ma non ci si dilunga nella descrizione del suo percorso di formazione e carriera. Si passa dall’università al presente, in molti casi limitandosi a dire che il professionista ha lavorato anche in altri «primari studi nazionali e internazionali».

Insomma, fatte salve poche eccezioni, il mercato legale italiano si presenta senza storia. Quasi che il passato sia una parte irrilevante dello storytelling degli studi. Ma questo è un grave errore.

Primo perché la storia di uno studio, se ben raccontata, serve a dare sostanza ai valori e alle qualità con cui si cerca di descrivere la specificità dell’organizzazione che si rappresenta. Secondo perché la conoscenza delle radici dell’associazione di cui si fa parte contribuisce a creare nei professionisti più giovani, quelli che oggi muovono i primi passi nella law firm, un maggiore senso (potremmo anche dire orgoglio) di appartenenza. Terzo perché la storia di uno studio legale e dei suoi componenti è ciò che comprova la consistenza delle proprie competenze, il peso del proprio posizionamento di mercato e la profondità del proprio radicamento nel sistema Paese.

La storia di uno studio legale è il suo significato. Valorizzarla dovrebbe diventare un obiettivo strategico.

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