
di Valeria Ruoppolo
Se ne è andato come ha vissuto...lasciando tutti col fiato sospeso, com'era solito fare durante i suoi discorsi, le sue arringhe, le sue colte dissertazioni.
Ha lottato, nella vita e nella professione, e impavido ha sfidato grandi e piccoli per il desiderio insaziabile di rendere la giustizia sempre più giusta e gli avvocati seri e rispettabili fino in fondo.
Fin dal 1966, quando ha incominciato ad esercitare la professione forense nella sua Napoli, non si è mai risparmiato nel difendere la dignità culturale e sociale dell'avvocatura ricoprendo cariche in rappresentanza dei colleghi quali Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Napoli, Presidente della Cassa di previdenza forense, Presidente dell'Associazione degli Enti previdenziali privati e privatizzati, Presidente Federazione degli Ordini Forensi d'Europa, Presidente dell'Istituto Italiano di cultura forense e della Commissione Europea degli Ordini forensi del Mediterraneo, Presidente dell'organismo OUA.
Innumerevoli, e forse nemmeno tutti e me ne scuso, incarichi svolti con passione, coerenza e amore per l'avvocatura e, soprattuto, con l'immensa cultura giuridica di cui disponeva a intesserne le trame, con uno sguardo europeistico capace di scavalcare i confni nazionali.
Chi ha avuto l'onore di conoscerlo e confrontarsi con lui, anche gli avversari, ricordano la sicerità dei suoi occhi ed il coraggio di pronunciare parole impronunciabili senza essere mai scortese o offensivo nei confronti di alcuno.
Personalmente ho avuto l'onore di condividere con lui temi e campagne, care a entrambi, sull'etica della professione, e non solo forense, nelle quali ci siamo battuti fianco a fianco per trasmettere un'idea di professionista che fosse principalmente “uomo di valore”, responsabile della propria funzione sociale e promotore di cultura e libertà.
L'ANAI, Associazione Nazionale Avvocati Italiani, fondata nel 2013, sua creatura amatissima, eredita il mandato di portare avanti i suoi ideali per un'avvocatura sempre più libera e identitaria, contro ogni forma di condizionamento, come ha fatto il suo mentore rendensosi protagonista, fra le altre, nella battaglia contro le liberalizzazioni dell'allora ministro alla Sviluppo Economico Pierluigi Bersani.
Maurizio De Tilla, autore di articoli su diverse riviste giuridiche (Giustizia Civile, Rivista Giuridica dell'Edilizia, Immobili&Diritto, Archivio Locazioni, Rassegna Locazioni e Condominio), collaboratore assiduo di testate giornalistiche ed economiche, negli ultimi anni di vita ha scritto a mani incrociate con Umberto Veronesi, divenuto suo grande amico, libri preziosissimi sul fine vita, testamento biologico e tutela ambientale, temi divenutigli cari, anche per la sua malattia, e cavalcati nella prospettiva di tutelare la vita e l'essere umano in tutti i suoi aspetti, facendosi promotore di disegni di legge oggi all'esame delle camere.
A infondere fiducia e incoraggiamento, lasciandoci un esempio encomiabile, è stata la sensibilità di un uomo capace di ascoltare i bisogni sia dei singoli sia dell' intera categoria forense trasformandoli in azioni, mozioni, progetti sempre nuovi, sempre attuali.
Non è retorico dire che se n'è andata …. un'Aquila.
Rimarranno per sempre nei ricordi di tutti la gentilezza, la caparbietà, la brillantezza, l'onestà e la coerenza con cui ha vissuto e ha scritto la storia dell'avvocatura nell'ultimo mezzo secolo, in mezzo a noi.