
Con un’ordinanza depositata lo scorso 15 giugno, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha dichiarato ammissibile il ricorso all’arbitrato estero in una controversia sulla determinazione del canone di un contratto di locazione ad uso non abitativo regolato dalla legge italiana, espressamente ritenendo abrogato il divieto posto dall’art. 54 della legge 392/1978.
Nelle motivazioni della decisione, la Suprema Corte ha accolto le difese svolte dai professionisti dello Studio De Berti Jacchia Franchini Forlani - controricorrente nell’interesse della proprietaria di un ampio compendio immobiliare destinato ad attività alberghiera e concesso in locazione ultraventennale ad uno dei principali operatori turistici a livello internazionale - sulla necessità di procedere ad una lettura costituzionalmente orientata della previsione posta dall’art. 54 e vi ha ravvisato una irragionevole violazione dell’art. 3 della Costituzione in quanto essa, dopo le modifiche introdotte nel 1998, di fatto vietava di deferire in arbitrato solo la cognizione delle controversie in tema di canone per le locazioni ad uso non abitativo.
Il team di De Berti Jacchia Franchini Forlani era composto dai soci David Maria Santoro (nella foto), Andrew Garnett Paton e Fabio Ferraro e dalla senior associate Emanuela Monteleone.