
«Il penale d’impresa? È materia da studi specializzati». Ne è convinto Giuseppe Fornari, 50 anni a settembre, tra i più noti penalisti della piazza milanese. Componente del comitato scientifico della rivista Giurisprudenza Penale, consigliere d’amministrazione di Zucchi Spa e componente dell’organismo di vigilanza di Aeb Group, l’avvocato è stato per 16 anni name partner dello studio Orlando e Fornari, a cui ha dato vita nel 2001 assieme all’esperto di fallimentare e restructuring, Maurizio Orlando. Ora, annuncia in questa intervista Fornari, comincia un nuovo capitolo. L’avvocato ha deciso di dare inizio a un nuovo progetto professionale. E di farlo assieme ai colleghi che sono cresciuti con lui in questi anni: Gaia Caneschi, Enrico Di Fiorino e Riccardo Lucev assieme ai quali è pronto a inaugurare Fornari e Associati.
Com’è maturata la decisione di creare questo nuovo studio?
Tutto è partito dalla mia esigenza di portare a compimento un progetto che ho sempre avuto in testa: dare vita a uno studio in cui le dinamiche di crescita dei collaboratori fossero dinamiche che prima o poi avrebbero portato all’associazione.
I suoi primi soci saranno Gaia Caneschi, Enrico Di Fiorino e Riccardo Lucev…
Esatto. Si tratta di tre ottimi professionisti. Tutti sulla trentina. Tutti cresciuti con me, visto che hanno cominciato a lavorare qui da dopo la laurea. Per forza di cose, quindi, sono le persone giuste con cui avviare questo progetto.
Hanno cominciato in Orlando Fornari. Come ha preso la “separazione” il suo socio?
La nostra è stata una decisione consensuale. Kui ha in mente uno studio più tradizionale. Io, invece, ho deciso di fare uno studio corale.
Uno studio corale in cui però lei avrà un ruolo centrale?
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